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Padiglione Australia – Biennale di Venezia
Anno: 2014
Committente: Australia Council For the Arts
Progettazione Architetonica: Denton Corker Marshall architects
Direttore Artistico: Riccardo Vannucci – FAREstudio
Project manager: Ing. Enzo Magris – In TeA S.r.l.
Direttore dei lavori: Ing. Andrea Bondì – In TeA S.r.l.
Affidatario dei lavori: Raggruppamento temporaneo imprese SICOP- Costruzioni S.r.l., S.I.R.CO. S.r.l, FIEL S.p.A
Sistemi di fissaggio facciata ventilata: fischer FZP II CARBON – Sottostruttura Sistema GENIUS
Fornitura del Rivestimento: Zanet S.r.l
Tipo di rivestimento: Granito nero assoluto – 1130x1230x30 mm – peso 125 Kg
Posa facciate ventilate: IDEA POSA S.r.l.
Progettazione sottostruttura di facciata Ventilata: Arch. Alessandro Maggio
Superficie di Rivestimento ventilato: 430 m²
Il Padiglione dell’Australia ai Giardini della Biennale di Venezia, inaugurato nel maggio del 2015, è stato progettato dallo studio australiano Denton Corker Marshall, risultato vincitore del concorso organizzato con lo scopo di rimpiazzare il padiglione temporaneo realizzato nel 1988 e ormai giunto al termine del proprio ciclo di vita.
Si tratta di un edificio di notevole presenza, caratterizzato da una volumetria semplice esaltata dal rivestimento in granito nero regolato da una trama geometrica rigorosa.
Sin dalla prima fase di studio, i progettisti australiani, assai attivi sulla scena internazionale, si sono preoccupati di contestualizzare il loro lavoro rispetto al mercato italiano non solo sotto il profilo squisitamente normativo ma anche per quanto riguarda le condizioni produttive. A questo scopo lo studio di Melbourne, che per l’ingegneria ha collaborato con Arup Australia, si è avvalso del contributo di tecnici italiani, coinvolti in maniera sistematica e, ciò che più conta, tempestiva.
Come sa bene chiunque si sia interessato di progetti apparentemente molto semplici, composti di un numero volutamente limitato di materiali e soluzioni, all’asciuttezza formale e spaziale non corrisponde necessariamente un apparato tecnico elementare. Tutt’altro.
Da questo punto di vista l’estrema linearità del Padiglione ha richiesto un controllo progettuale ed esecutivo molto accurato.
Nel dialogo a distanza che ha consentito la progressiva messa a punto del progetto esecutivo si è convenuto di fare riferimento a partner tecnici di comprovata competenza che fossero però presenti a livello globale, in modo da facilitare l’interazione tra realtà produttive tra loro comunque diverse come l’Australia e l’Italia.
Altro elemento fondamentale, non sempre associato ai due fattori citati, doveva essere la disponibilità al confronto tecnico con il progettista, la puntualità e precisione dei riscontri tecnici alle varie problematiche di volta in volta affrontate.
Adottata questa logica, al momento di affrontare uno degli aspetti cruciali del lavoro, il sistema di fissaggio del rivestimento esterno in granito nero (dimensioni 1130x1230x30mm) che costituisce la cifra estetica fondamentale dell’edificio, è venuto naturale coinvolgere Fischer. Leader indiscusso nelle tecniche di ancoraggio, il gruppo è presente a livello mondiale con un repertorio di soluzioni ampio e sperimentato.
Il sistema di sottostruttura GENIUS con fissaggio FZP II 13×15 M8 A4 è stato individuato come l’ideale sia in termini di estetica che di sicurezza per la sua resistenza al sisma.
La sottostruttura è caratterizzata da un profilo verticale di alluminio fissato alla muratura mediante apposite staffe, sul quale si collega un profilo orizzontale posizionato in corrispondenza della fuga orizzontale delle lastre, quest’ultimo ha funzione di trasferimento dei carichi propri del
rivestimento e delle sollecitazioni indotte dal vento sullo stesso, ai montanti verticali. Il sistema consente notevoli regolazioni lungo tutti gli assi.
Considerata la particolare posizione geografica del sito di installazione (Venezia), è stato necessario anodizzare i componimenti in alluminio per proteggerli dall’ambiente aggressivo.
Il sistema si completa con il fissaggio meccanico alle lastre completamente invisibile FZP II 13×15 M8 A4, caratterizzato da una espansione geometrica che non crea alcuna tensione all’interno della lastra, garantendo così elevate capacità di portata.
Questa scelta si è rivelata del tutto coerente con la logica del progetto, e ha consentito la gestione efficace delle varie condizioni di posa del rivestimento. L’accuratezza delle lavorazioni eseguite sul granito ha fatto il resto, consentendo il rispetto dei requisiti di progetto, ad iniziare dall’imprescindibile esattezza degli allineamenti tra i giunti, elemento caratterizzante dell’intero edificio. Proprio la geometria dei giunti, e la loro organizzazione in due diverse dimensioni [20 e 3mm] richiedeva infatti un sistema che fosse al contempo rigoroso e flessibile, consentendo ampi margini di regolazione.
Allo scopo di testare tutti gli elementi costitutivi della chiusura esterna è stato realizzato in officina un campione al vero, alto sei metri, dello spigolo dell’edificio: questo ha permesso la verifica e l’ottimizzazione di tutte le ipotesi progettuali. (Testo: Riccardo Vannucci)